Dolore al ginocchio | Perché si manifesta e cosa fare

Dolore ginocchio

Tra le frasi più cercate su google: dolore al ginocchio interno? esterno? cosa fare? come alleviare? quale antinfiammatorio? tai chi (giuro anche questo)? perché?

Che argomento! Ci sarebbe da scrivere per giorni… ma non voglio annoiarvi con la solita sviolinata di anatomia funzionale, piena di termini che per i non addetti ai lavori suonano come aramaico antico.
Fastidio e dolore al ginocchio sono tra i sintomi più frequenti che i nostri pazienti lamentano quando arrivano in studio, quasi più frequenti del mal di schiena (da sempre al top della lista).


Il bello è che mentre per la schiena notiamo un trend maggiore in età avanzata, per le ginocchia sembra non esistere range di età (dai più piccoli agli adolescenti, fino agli anziani). Questo ci ha portato nel tempo a farci molte domande e a cercare risposte teoriche e pratiche per combattere questo problema che sembra quasi epidemico e sociale.


La cosa più importante da capire è che il ginocchio è un articolazione complessissima, con tante strutture diverse (per natura e funzioni) e che quindi correlare il dolore ad una specifica lesione non è facile, bisogna avere un occhio d’insieme. Inoltre può capitare che il dolore sia irradiato ma che provenga da altre zone. 


Con questo non sto dicendo che non sia importante studiare clinicamente con i relativi esami diagnostici, ma è molto importante, almeno per noi, comprendere come e quanto il dolore limiti l’espressione di movimento (segmentario della singola articolazione) e condizioni quindi la performance motoria globale della persona.


Il nostro approccio si base su tre fasi:

1- Gestione del dolore e mantenimento del range motorio e degli schemi motori di base:

in questa prima fase cerchiamo con tecniche riabilitative manuali, strumentali, con bendaggi

e soprattutto col MOVIMENTO, di ridurre il dolore percepito, di gestire il gonfiore e l’infiammazione, cercando di mantenere un arco di movimento più ampio possibile. Ma non basta, la cosa più importante da valutare e preservare sono quegli schemi di movimento di base come il ruotare, lo stare in piedi o seduto o il rotolare, con i quali potremmo perdere familiarità a causa delle limitazioni causate dal dolore e quindi degli adattamenti posturali dinamici che andremo a fare. Molto spesso, sono proprio schemi motori non funzionali (con relative articolazioni incapaci di svolgere a dovere il loro compito) che obbligano il ginocchio a fare molto più di quanto sia pronto a fare in quel momento.


2 – Aumento del potenziale motorio, lavoro sulla forza e sui tessuti

Attraverso il lavoro sugli schemi motori e la sperimentazione di sequenze coordinative e di ritmo articolare, si va via via a richiedere un impegno del sistema più profondo; è come se si andasse a costruire, o meglio svincolare, una capacità di movimento più consapevole e sicura.
È fondamentale iniziare il lavoro sulla Forza (ma non pensiamo semplicemente alla forza dei muscoli o del distretto, bensì la forza espressa dall’intero sistema in un movimento) come la spinta mentre lanciamo un oggetto pesante o nel saltare o nell’alzarsi. Tutto il range di movimento che abbiamo recuperato o mantenuto in prima fase è difficile che venga utilizzato nei movimenti se il sistema non ha una stabilità e forza tale da poter gestire quel grado di mobilità.
Lavorando su questi aspetti – coordinazione, ritmo articolare, forza in dinamiche globali (ovviamente con i giusti dosaggi) – cerchiamo di condizionare ed aiutare fisiologicamente i tessuti a migliorare sia dal punto di vista strutturale (e non è un processo né facile, né scontato, né veloce) sia dal punto di vista dinamico e fisiologico. Infatti insegnando al comprimere col giusto ritmo le ginocchia, ad estendere e cercare il carico, ad allungare ritmicamente i diversi comparti, otteniamo anche un miglioramento nelle dinamiche vascolari e di nutrimento dell’intera articolazione.

3 – Impatto a terra, contatto e instabilità.

Nell’ ultima fase (in cui consideriamo il dolore praticamente scomparso) ciò che più ci preme è rendere la persona pronta per sfruttare al massimo il suo ginocchio sia nella vita che nello sport! Cioè renderla capace di gestire imprevisti, cambi repentini di movimento o scelta motoria, instabilità e forti impatti a terra.

In questa fase la creatività la fa da padrone e si riesce a personalizzare al massimo ogni esercizio: si passa dall’aspecifico allo specifico in maniera molto divertente, si prediligono esercizi in cui si è impegnati visivamente o mentalmente nella risoluzione di una situazione mentre l’operatore può usare diversi strumenti per “colpire” e destabilizzare il soggetto. Fondamentale recuperare la capacità di atterrare e quindi impattare il piede e la gamba a terra, attivando (anzi meglio pre-attivando anticipatoriamente) tutto il sistema. 

Box Jump


Lo so, sembra un lavoro esagerato da fare per un semplice dolore al ginocchio che uno si porta dietro da tempo e magari ha anche imparato a conviverci (ogni tanto maledicendolo). Ma non siate duri con questo ginocchio, probabilmente sta solo facendo molto di più del suo dovuto, gestendo una situazione globale difficile, magari coprendo un’altra sua amica articolazione che è ancora più “scarsa” di lui.


Concludo dicendo che non tutte le ginocchia sono recuperabili (anche con protocolli così completi) molto spesso la mano di un bravo chirurgo è la via migliore, ma anche in quel caso, la maggior parte degli interventi terapeutici sopra citati, sia in fase pre-operatoria che post, possono davvero fare la differenza sulla qualità del risultato finale! 

Come sempre, l’unione fa la forza!

massimo coretti
Massimo Coretti


Dr. Coretti Massimo

Fisioterapista e posturologo 

Team Focus Trainig Studio

POSTURA AL PC | Guida di Salvataggio per tutti

Questo articolo ti spiegherà come mantenere una corretta postura al pc e ti insegnerà qualche piccolo esercizio posturale per attenuare la sofferenza muscolare.

Quante volte hai sentito dolore alla schiena dopo aver passato diverse ore al PC?

Quante volte hai sentito la necessità di muoverti, cambiare posizione o addirittura cambiare sedia per lavorare o stare davanti al PC?

Bene QUESTO è l’articolo che fa per TE!

Partiamo dalle basi: devi sapere che la nostra colonna ha delle curve ESSENZIALI che servono per distribuire il peso del nostro corpo e della gravità in modo corretto, lungo di essa. Grazie ai muscoli tali curve vengono preservate nel tempo.


COSA SUCCEDE QUANDO SIAMO AL PC?


Queste importantissime curve vengono a mancare, portando il nostro corpo a chiudersi come una C e facendo lavorare muscoli in modo diverso da come dovrebbero fare normalmente, e dunque al nostro rialzarci o comunque dopo tanto tempo seduti avremo dei fastidi dati dall’ affaticamento di  tali muscoli!

Pensa che nel lungo termine questo adattamento può diventare un vizio strutturato e avrai bisogno di molto più tempo per correggere la tua postura!

Bastano piccoli accorgimenti per non “viziare” la propria schiena al pc, e di base consistono nel mantenere la posizione seduta rispettando le curve della schiena (lordosi) poste nella zona lombare e cervicale. Solo così facendo potrò mantenere una corretta postura al pc.


Per garantire il mantenimento di tali curve dovrò:

1. Rendere comoda la seduta dei piedi, ben piantati, permettendo alle gambe di flettersi e fare punto fisso, in modo da poter quindi tenere una corretta lordosi lombare.

2. Aiutarmi con un cuscino posto sulla bassa schiena, infatti il cuscino lombare fornisce un valido supporto nel sostenere e far percepire la naturale lordosi lombare.

3. Poggiarmi su di uno schienale può essere inoltre utile per avere un cosidetto feedback percettivo. In poche parole grazie allo schienale possiamo avere la percezione “tattile” della nostra colonna tramite i  punti di contatto con esso e capire se siamo nella corretta posizione oppure no.
Cosa che non sarebbe facile affatto, a meno che non si abbia un ottima coscienza rachidea.

4. Per il tratto cervicale, dovrò tenere il PC leggermente inclinato in alto, oppure dritto all’altezza dei miei occhi, dando modo alla cervicale di non doversi flettere eccessivamente e perdere la propria lordosi, mantenendo l’idea di “crescere” verso l’alto mentre posso stare appoggiato con la nuca sullo schienale. Questo “auto-accrescimento” è alla base dei molti esercizi che si possono fare contro il mal di schiena.

Ricordiamoci comunque che stare seduti a lungo NON E’ NATURALE , e attuare tali accorgimenti non ci salverà se non COMPENSIAMO le ore trascorse seduti con una buona attività fisica volta a mobilizzare non solo il rachide ma anche le articolazioni delle gambe e del tronco.


COSA POSSIAMO FARE?


Cercate di prendervi 5 minuti ogni ora, sdraiatevi a terra:

  • iniziate col percepire la vostra colonna
  • Provate a muovere il bacino formando un grande arco lombare (come se voleste inarcare la schiena bassa e sollevarla da terra), per poi premere a terra questo grande arco spingendo la schiena a terra, in modo tale da annullare lo spazio fra voi ed il pavimento.
  • Quando inarcate la schiena provate a fare un bel respiro: espirate quando spingete i lombi a terra

Dopo avere eseguito 10 ripetizioni di questo semplice esercizio, proseguite:

  • Rimanete in posizione fissa mantenendo la lombare e tutta la schiena completamente aderenti a terra.
  • Espirate profondamente e cercate di mandare il mento verso il vostro petto, effettuando l’auto-accrescimento menzionato pocanzi.

Questi 5 minuti sono veramente irrisori, ma per molti potrebbero fare la differenza!

Provateli ogni giorno e ricordate che ogni persona ha una sua determinata postura e personali esigenze che non possono essere standardizzate. Affidatevi ad un professionista che sappia valutare il vostro caso e somministrare gli esercizi terapeutici più adatti a voi!


Ricordiamoci comunque che stare seduti a lungo NON E’ NATURALE , e attuare tali accorgimenti non ci salverà se non COMPENSIAMO le ore trascorse seduti con una buona attività fisica molta a mobilizzare non solo il rachide ma anche le articolazioni delle gambe e del tronco!

Dott. Matteo Di Cuffa

Posturologo

Personal & Small group Trainer