Corsa e coronavirus | Quale sport praticare in questo periodo?

Andare a correre in quarantena: se ne è parlato molto nella fase più acuta del contagio , e tutt’ora in molti si armano di scarpe e cuffiette e si avventurano.

Lasciando il tema morale e giudiziario da parte, proviamo ad analizzare questo fatto da un punto di vista sportivo.
In seguito alle recenti interrogazioni al personale medico sportivo dell ISEI (International Society of Exercise and Immunology) sone emersi dei punti fondamentali:

1. Le attività di ENDURANCE come la corsa e attività sportive prolungate creano uno stress metabolico al quale il corpo deve rispondere immediatamente con aggiustamenti, “abbassando” dunque le difese immunitarie e concentrando i propri sistemi omeostatici sul danno metabolico\tissutale indotto dal’attività.


Nello specifico, secondo alcuni studi, pare che i virus trovino molto più terreno fertile quando l’ambiente cellulare è ricco di radicali liberi (ROS: specie reattive dell’ossigeno) che vengono prodotti dai mitocondri in seguito a diversi fattori, tra questi l’esercizio fisico intenso. Dunque un ambiente ossidato, ricco di scarti metabolici fornisce un buon enter-key per il virus sulle proteine di membrana cellulare.

2. Ultimo ma non ultimo, siamo sicuri che un allenamento come la corsa che comporta debito di ossigeno e dunque iperventilazione polmonare sia la scelta giusta da praticare all’aperto in un momento simile?

RISULTATO
Elaborando questi dati mi sentirei di suggerire tali accorgimenti:

Praticate attività stimolanti per il sistema nervoso, la forza ed il controllo, potete eseguire sessioni di core stability e pliometria a casa senza rischio di venire a contatto con agenti patogeni

Praticate esercizi di stretching e respirazione profonda come yoga o pilates, decompensate dalle ore che avete dedicato a stare fermi sulla sedia per lavorare.
Praticate il controllo della respirazione allenando il diaframma toracico e non solo, con tutte la cascata di effetti positivi che ne conseguirà.

Concentratevi sullo stress meccanico se ricercate l’ipertrofia con esercizi mono e multiarticolari stile bodybuilding o calisthenics.


E’ INNEGABILE che l’attività fisica abbia sempre svolto un ruolo positivo e fondamentale nella qualità delle difese immunitarie soggettive.
Un individuo allenato sano avrà sicuramente un S.I. molto più forte di un sedentario, ma questi sono ADATTAMENTI ottenuti nel lungo periodo da soggetti costantemente attivi!

Va bene iniziare a fare esercizio da zero
va bene mantenersi allenati

Ma non sarà certo andare a correre al parco ORA che farà la differenza in questa dura battaglia che stiamo combattendo.

Dott. Matteo Di Cuffa

Chiesiologo

Posturologo

Personal trainer

Come trasformare la quarantena in un trampolino di lancio

Questi giorni di paura e di stasi forzata mi offrono il pretesto per affrontare il tema della programmazione dell’azione e del valore dell’immaginazione nel processo motivazionale e di “decision making”.

Se da un lato è vero che la nostra è una specie progettata per l’evitamento di “guai” di breve periodo piuttosto che per la progettazione di successi di medio-lungo periodo, è altrettanto vero che questo processo può essere indotto e potenziato, se sappiamo come farlo.

La nostra intrinseca capacità di gerarchizzare le attività quotidiane porta ciascuno di noi a privilegiare (non analizzeremo qui i motivi) lo svolgimento delle attività pratiche e meccaniche, rispetto a quelle speculative e, soprattutto, rispetto a quelle immaginative.

La nostra coscienza, in altre parole, si occupa prevalentemente di gestire ciò che è in atto piuttosto che di immaginare ciò che è in potenza.

Ora, credo, è possibile sfruttare a nostro vantaggio questi giorni di stop e di diminuzione delle impellenze pratiche per dare luogo alla circostanza opposta, fornendoci la possibilità di spostare l’attenzione sulle facoltà prospettiche ed immaginative.

Questo, oltre ad essere un divertentissimo “gioco di evasione” si rivela uno strumento formidabile che ci rivela i nostri sogni ed i nostri desideri.

Impariamo dalle scienze cognitive che la motivazione  si innesca a partire da un bisogno e che il bisogno ha un sostrato emozionale (quando non riguarda i bisogni primari di soddisfacimento estemporaneo).

Questo vuol dire che la determinazione con la quale perseguiamo un obbiettivo è direttamente proporzionale all’intensità dell’emozione associata all’immagine del risultato.

Lo strumento più potente a nostra disposizione per scoprire e potenziare i nostri desideri è la visualizzazione.

Immagina ciò che desideri, può essere l’attività professionale che vuoi costruire, lo stato di forma fisica che sogni di ottenere, la sfera sociale che desideri alimentare o il viaggio che sogni di fare. Ora immergiti nell’immagine e riempila di colori, di luce e di suoni gradevoli, respira e lascia che prenda forma, anche a lungo se serve.

Visualizza (“visualizza”, bada bene, non “pensa”) la scena che ritrae il risultato, immagina cosa  proverai quando lo avrai ottenuto, il senso di soddisfazione, di stima per te stesso ed il riconoscimento sociale che otterrai, potenzia l’emozione ed impara a richiamarla alla mente ogni volta che vuoi, così che alimenti giornalmente la tua motivazione.

Ripeti la visualizzazione di giorno in giorno, più volte al giorno se vuoi ed osserva la tua immaginazione evolvere.

Ad un certo punto ti accorgerai con sorpresa che l’immagine dell’obbiettivo, densa di emozioni positive, inizierà ad indurre delle azioni pratiche, funzionali alla realizzazione dell’obbiettivo stesso!

Se avremo svolto correttamente e con divertimento l’esercizio nei giorni che ci separano dalla libertà, torneremo alla normalità molto meglio di prima, carichi di motivazione e chiari negli intenti, proiettati verso i nostri obbiettivi autentici.

Ricorda: il nostro cervello è una macchina raffinata, è progettato per regalarti emozioni positive come ricompensa ad ogni passo che compi verso un obbiettivo!

Provare per credere, alla prossima.

Raffaele Rossi

Coach professionista

Asgard coaching founder