POSTURA AL PC | Guida di Salvataggio per tutti

Questo articolo ti spiegherà come mantenere una corretta postura al pc e ti insegnerà qualche piccolo esercizio posturale per attenuare la sofferenza muscolare.

Quante volte hai sentito dolore alla schiena dopo aver passato diverse ore al PC?

Quante volte hai sentito la necessità di muoverti, cambiare posizione o addirittura cambiare sedia per lavorare o stare davanti al PC?

Bene QUESTO è l’articolo che fa per TE!

Partiamo dalle basi: devi sapere che la nostra colonna ha delle curve ESSENZIALI che servono per distribuire il peso del nostro corpo e della gravità in modo corretto, lungo di essa. Grazie ai muscoli tali curve vengono preservate nel tempo.


COSA SUCCEDE QUANDO SIAMO AL PC?


Queste importantissime curve vengono a mancare, portando il nostro corpo a chiudersi come una C e facendo lavorare muscoli in modo diverso da come dovrebbero fare normalmente, e dunque al nostro rialzarci o comunque dopo tanto tempo seduti avremo dei fastidi dati dall’ affaticamento di  tali muscoli!

Pensa che nel lungo termine questo adattamento può diventare un vizio strutturato e avrai bisogno di molto più tempo per correggere la tua postura!

Bastano piccoli accorgimenti per non “viziare” la propria schiena al pc, e di base consistono nel mantenere la posizione seduta rispettando le curve della schiena (lordosi) poste nella zona lombare e cervicale. Solo così facendo potrò mantenere una corretta postura al pc.


Per garantire il mantenimento di tali curve dovrò:

1. Rendere comoda la seduta dei piedi, ben piantati, permettendo alle gambe di flettersi e fare punto fisso, in modo da poter quindi tenere una corretta lordosi lombare.

2. Aiutarmi con un cuscino posto sulla bassa schiena, infatti il cuscino lombare fornisce un valido supporto nel sostenere e far percepire la naturale lordosi lombare.

3. Poggiarmi su di uno schienale può essere inoltre utile per avere un cosidetto feedback percettivo. In poche parole grazie allo schienale possiamo avere la percezione “tattile” della nostra colonna tramite i  punti di contatto con esso e capire se siamo nella corretta posizione oppure no.
Cosa che non sarebbe facile affatto, a meno che non si abbia un ottima coscienza rachidea.

4. Per il tratto cervicale, dovrò tenere il PC leggermente inclinato in alto, oppure dritto all’altezza dei miei occhi, dando modo alla cervicale di non doversi flettere eccessivamente e perdere la propria lordosi, mantenendo l’idea di “crescere” verso l’alto mentre posso stare appoggiato con la nuca sullo schienale. Questo “auto-accrescimento” è alla base dei molti esercizi che si possono fare contro il mal di schiena.

Ricordiamoci comunque che stare seduti a lungo NON E’ NATURALE , e attuare tali accorgimenti non ci salverà se non COMPENSIAMO le ore trascorse seduti con una buona attività fisica volta a mobilizzare non solo il rachide ma anche le articolazioni delle gambe e del tronco.


COSA POSSIAMO FARE?


Cercate di prendervi 5 minuti ogni ora, sdraiatevi a terra:

  • iniziate col percepire la vostra colonna
  • Provate a muovere il bacino formando un grande arco lombare (come se voleste inarcare la schiena bassa e sollevarla da terra), per poi premere a terra questo grande arco spingendo la schiena a terra, in modo tale da annullare lo spazio fra voi ed il pavimento.
  • Quando inarcate la schiena provate a fare un bel respiro: espirate quando spingete i lombi a terra

Dopo avere eseguito 10 ripetizioni di questo semplice esercizio, proseguite:

  • Rimanete in posizione fissa mantenendo la lombare e tutta la schiena completamente aderenti a terra.
  • Espirate profondamente e cercate di mandare il mento verso il vostro petto, effettuando l’auto-accrescimento menzionato pocanzi.

Questi 5 minuti sono veramente irrisori, ma per molti potrebbero fare la differenza!

Provateli ogni giorno e ricordate che ogni persona ha una sua determinata postura e personali esigenze che non possono essere standardizzate. Affidatevi ad un professionista che sappia valutare il vostro caso e somministrare gli esercizi terapeutici più adatti a voi!


Ricordiamoci comunque che stare seduti a lungo NON E’ NATURALE , e attuare tali accorgimenti non ci salverà se non COMPENSIAMO le ore trascorse seduti con una buona attività fisica molta a mobilizzare non solo il rachide ma anche le articolazioni delle gambe e del tronco!

Dott. Matteo Di Cuffa

Posturologo

Personal & Small group Trainer

L’acido lattico non è la causa dei dolori muscolari | Sfatiamo questo mito

Malgrado i numerosi articoli pubblicati nel settore, oggi sento ancora dire che i dolori del giorno dopo l’allenamento sono dovuti all’acido lattico. Secondo me nella fantasia delle persone la parola stessa “ACIDO LATTICO”  richiama qualcosa che, come un liquido tossico, inceppa i meccanismi muscolari come fossero ingranaggi.

Ma non è così.

I dolori del “giorno-dopo” non sono dovuti all’acido lattico.

Il lattato formatosi durante l’allenamento permane nel circolo sanguigno per pochi minuti; cioè un atleta allenato smaltisce il lattato in circa 30 minuti mentre per una persona meno allenata ci vorrà più tempo ma comunque siamo sull’ordine di qualche ora.

Dunque i dolori muscolari che si manifestano i giorni successivi al’allenamento non possono essere assolutamente correlati al l’acido lattico.

In realtà si tratta di micro lacerazioni del tessuto muscolare.

Ma allora cosa sono?

L’indolenzimento del giorno dopo detto anche “DOMS” (Delayed onset muscle soreness ovvero indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata) si presenta come un dolore muscolare che perdura tra le 14 e le 72 ore dopo un allenamento che ha visto l’attivazione intensa di nuove fibre muscolari, fin’ora inutilizzate.

Perchè ho questi dolori?

Alla base di questi dolori, che piacciono tanto ai veterani dell’allenamento perché danno quella sensazione di corpo vivo che ha lavorato come si deve, ci sono cause sono molteplici. Proviamo ad elencare le maggiori:

1. Danno al tessuto connettivo ed alla fibrocellula muscolare 

Il sistema connettivo è fatto per essere elastico, se lo si tiene fermo per troppo tempo tende a irrigidirsi. Ai miei atleti faccio sempre l’esempio dell’ elastico: vi è mai capitato di lasciare da una parte un elastico per qualche anno e poi, per caso, ritrovarlo dopo che è stato fermo tutto quel tempo? Se provate a tirarlo si spezzerà. Aveva perso le sue capacità elastiche.

Ma l’apparato del movimento umano fortunatamente non si spezza, ma si micro-lacera, ricostruendo subito la sua capacità elastica. Ecco perché i dolori arrivano sempre dopo un periodo di inattività, o quando si vanno a stimolare nuove fibre con nuovi esercizi,magari svolti con angolazioni mai sperimentate.

2. Nocicettori

Quando noi sentiamo male non è il tessuto muscolare ad essere alterato ma i nocicettori (cellule nervose). È il sistema neurale ad essere “infiammato” dopo l’allenamento, non il muscolo. Quando l’organismo non conosce lo schema motorio o non è abituato al range di lavoro (quindi siamo abituati a fare una scheda 3x 12 e passiamo ad un 5 x 5 ad esempio) vengono prodotti elettroliti, radicali liberi, reflusso di enzimi, che vanno a sovra-eccitare i nocicettori muscolari. I neuroni così aumentano i segnali dolorifici al cervello.

3. Fattori nutritivi

è stato dimostrato che una dieta ricca di carboidrati ad esempio contribuisce a percepire maggiori DOMS. Per questo è più difficile sentirli nelle fasi chiamate di “definizione” (terminologia superata, ma sono convinto che molti capiranno quello che si intende)

COSA FARE?

Anzitutto sconsiglio assolutamente lo stretching, e qualsiasi sforzo eccessivo. Il vostro corpo in questa fase detta di “SUPER-COMPENSAZIONE” fa si che i vostri muscoli (e non solo) migliorino le proprie caratteristiche in funzione dell’allenamento eseguito, e sta anche cercando di riparare quelle piccole “ferite positive” che avete prodotto. Allungare i muscoli non fa altro che riaprire quelle ferite, e allenarsi pesantemente sopra un muscolo in fase di super-compensazione è controproducente.

Non prendete anti-infiammatori poiché ostacolano il processo di super-compensazione, e anche perché meno farmaci prendete e meglio è (questo lo dico io e me ne assumo la responsabilità). A meno che non siate atleti in preparazione di una gara e per necessità dobbiate eseguire particolari allenamenti.

Cosa fare allora per questi dolori ?

Godeteveli.

Aspettate che passino da soli.

Semmai potete fare un leggero, leggerissimo, allenamento. E’ stato dimostrato che un allenamento a bassa intensità aiuta a smaltire prima i Doms.

Adesso non voglio più sentirvi dire che siete pieni di acido lattico nelle braccia perchè ieri avete fatto i push up. 😉 Con affetto. Flavio

Dott. Flavio Bulgarelli

Psicologo e Personal trainer

Titolare di Focus Training Studio

Home Workout | Attenzione a non sbagliare

Se anche tu sei in preda al raptus di follia dell’ allenamento a casa ti prego di fermarti, siediti un attimo e fammi spiegare, perchè stai SBAGLIANDO.


Non prenderla come una critica saccente o uno sfoggio di un trainer esibizionista, ma semplicemente come un analisi basata sugli studi scientifici, grazie alla quale voglio dedicare alcuni minuti per spiegarti quanto sia importante la somministrazione dell’esercizio fisico e quante siano le variabili che possono entrare in gioco, seguendo ESCLUSIVAMENTE quello che dice la SCIENZA dell’allenamento e non quello che può dire un Trainer semplicemente perché l’ha visto\fatto fare.

Innanzitutto , devi sapere che l’allenamento rispetta alcuni principi affinchè esso sia efficace, alcuni di essi sono:

  • SPECIFICITA’
  • CARICO
  • PROGRESSIVITA’


In essi inoltre ci sono paramentri fondamentali come INTENSITA’,FREQUENZA,DURATA,VOLUME.

Insomma un sacco di roba. Ognuno di essi deve essere ben tarato in un programma di allenamento che si rispetti, e soprattutto deve essere compatibile e SPECIFICO per il tuo obiettivo.

Infatti il cambiamento di una di queste variabili comporta IMPORTANTI cambiamenti negli adattamenti metabolici, ormonali, biochimici, tissutali, neurologici e non ultimi psicologici. (tutti collegati tra loro causa-effetto)


Questo non lo dico io ma le evidenze scientifiche e la pratica su campo.

Detto ciò
SEI SICURO CHE IL TUO ALLENAMENTO A CASA RISPETTI GLI STESSI CANONI DI QUELLO CHE FAI IN PALESTRA? O che sia semplicemente ben eseguito?

Dunque non è così semplice ottenere tale intensita. Ed è inutile replicare gli stessi esercizi con la stessa modalità che utilizzi in sala pesi improvvisando al fine di ottenere dei buoni risultati, potrai forse evitare un lento declino (infatti per il principio della progressività dei carichi essi devono essere crescenti altrimenti si ha un plateau ed un decremento dei risultati) ma nient’altro.


Con questo non voglio dire che devi stare fermo, ma che devi quantomeno RIDIMENSIONARE tutto, fermarti a ragionare e CAMBIARE totalmente strategia di allenamento per raggiungere un’intensità allenante soddisfacente.

VUOI ANDARE A CORRERE?
Beh può essere un idea ma…ti invito a leggere il mio articolo precedente e capirai perché in fondo in fondo non è un idea cosi buona.


A prescindere dal periodo storico che stiamo vivendo, ti ricordo il principio della SPECIFICITA’ per la quale una corsa, anche molto lunga, all’aperto non sarà MAI equipollente ad una sessione di pesi, a maggior ragione sapendo che un attività come il jogging, che mantiene  il cosiddetto  Steady State (parametri di FC e VO2 MAX costanti) non è poi un gran che (sempre meglio di nulla per carità).


Ma SOPRATTUTTO il tuo corpo se non è abituato ad attività di endurance e ti improvvisi runner dalla mattina alla sera, oltre ai danni descritti dall’articolo, rischi seriamente di infortunarti o di incorrere a patologie infiammatorie.

MA ALLORA COSA FARE?

Non è facile senza attrezzi a casa creare un intensità allenante stimolante per un non addetto ai lavori, per questo ci vuole una guida che sappia come muoversi all’interno di questo mondo molto molto intricato.


Parti dalla base: qual è il tuo obiettivo?
Perdita peso?
ipertrofia?
Performance?
Riequilibrio posturale?
Stare bene e combattere la sedentarietà?


Beh avrai capito che per ognuna di queste esigenze DEVE esserci un allenamento diverso e personalizzato, (senza contare le infinite varietà individuali) e non puoi basarti su video Youtube prefabbricati o sugli allenamenti che fai di solito in palestra.

Muoversi va SEMPRE bene sia chiaro, soprattutto se lo si fa senza troppe pretese.
Ma perché non sfruttare questo tempo libero per OTTIMIZZARE il proprio allenamento e fare qualcosa che VERAMENTE ti fa bene?
Nell’epoca digitale, possiamo essere seguiti ottimamente anche da casa, affidandoci ad uno specialista del movimento, con un investimento veramente modesto potrai trovare le giuste SOLUZIONI e  potresti cambiare DEFINITIVAMENTE in meglio il tuo modo di allenarti (evitando così di “buttare” al vento 2-3-4-5 settimane)
Ma soprattutto potrete ottenere un beneficio inaspettato: le conoscenze per essere voi stessi, in futuro, i vostri stessi maestri!

Matteo Di Cuffa – Posturologo, Personal & Small Group Trainer


Dott. Matteo Di Cuffa
Posturologo e personal trainer
specializzato in Allenamento Funzionale e HIIT

High Pulse® TRX Suspension Training da casa (7-TLG) – TRX Cinghie Imbracatura + puleggia, Ancoraggio Porta, Supporto Parete, Poster, Piastra Protettiva, Borsa e Fascia Elastica per Workout

Corsa e coronavirus | Quale sport praticare in questo periodo?

Andare a correre in quarantena: se ne è parlato molto nella fase più acuta del contagio , e tutt’ora in molti si armano di scarpe e cuffiette e si avventurano.

Lasciando il tema morale e giudiziario da parte, proviamo ad analizzare questo fatto da un punto di vista sportivo.
In seguito alle recenti interrogazioni al personale medico sportivo dell ISEI (International Society of Exercise and Immunology) sone emersi dei punti fondamentali:

1. Le attività di ENDURANCE come la corsa e attività sportive prolungate creano uno stress metabolico al quale il corpo deve rispondere immediatamente con aggiustamenti, “abbassando” dunque le difese immunitarie e concentrando i propri sistemi omeostatici sul danno metabolico\tissutale indotto dal’attività.


Nello specifico, secondo alcuni studi, pare che i virus trovino molto più terreno fertile quando l’ambiente cellulare è ricco di radicali liberi (ROS: specie reattive dell’ossigeno) che vengono prodotti dai mitocondri in seguito a diversi fattori, tra questi l’esercizio fisico intenso. Dunque un ambiente ossidato, ricco di scarti metabolici fornisce un buon enter-key per il virus sulle proteine di membrana cellulare.

2. Ultimo ma non ultimo, siamo sicuri che un allenamento come la corsa che comporta debito di ossigeno e dunque iperventilazione polmonare sia la scelta giusta da praticare all’aperto in un momento simile?

RISULTATO
Elaborando questi dati mi sentirei di suggerire tali accorgimenti:

Praticate attività stimolanti per il sistema nervoso, la forza ed il controllo, potete eseguire sessioni di core stability e pliometria a casa senza rischio di venire a contatto con agenti patogeni

Praticate esercizi di stretching e respirazione profonda come yoga o pilates, decompensate dalle ore che avete dedicato a stare fermi sulla sedia per lavorare.
Praticate il controllo della respirazione allenando il diaframma toracico e non solo, con tutte la cascata di effetti positivi che ne conseguirà.

Concentratevi sullo stress meccanico se ricercate l’ipertrofia con esercizi mono e multiarticolari stile bodybuilding o calisthenics.


E’ INNEGABILE che l’attività fisica abbia sempre svolto un ruolo positivo e fondamentale nella qualità delle difese immunitarie soggettive.
Un individuo allenato sano avrà sicuramente un S.I. molto più forte di un sedentario, ma questi sono ADATTAMENTI ottenuti nel lungo periodo da soggetti costantemente attivi!

Va bene iniziare a fare esercizio da zero
va bene mantenersi allenati

Ma non sarà certo andare a correre al parco ORA che farà la differenza in questa dura battaglia che stiamo combattendo.

Dott. Matteo Di Cuffa

Chiesiologo

Posturologo

Personal trainer

L’importanza della presa | Ruolo dell’impugnatura negli esercizi

Oggi parleremo dell’ importanza della mano, del suo allenamento specifico, ed in particolare di come l’approccio alla presa degli attrezzi (strumenti sportivi o allenanti) sia di primaria importanza!

La mano, questo splendido risultato di millenni di evoluzione, è tanto perfetto nella sua forma e funzionalità da essere ricercato continuamente nella produzione pittorica e scultoria di ogni epoca.
La sua funzione di esplorazione e percezione del mondo si fonde perfettamente con le abilità di manipolare e compiere azioni fini e complesse.

Quindi, in che modo possiamo aumentare le sue capacità e come possiamo trarne vantaggio nelle nostre prestazioni?
Come possiamo a partire dalla mano aumentare la nostra espressione di forza?
o la qualità si movimento durante un alzata (stacco, panca), una trazione o in un gesto Sport-specifico?

Tenendo conto di questi 2 fattori per noi molto importanti: la percezione e la variazione.

PERCEZIONE

Percezione della mano, come PUNTO DI CONTATTO: durante la presa (di un bilanciere , o di una mazza, stecca, racchetta) prima del gesto in sé dobbiamo pensare alla mano come un tramite, un importante veicolo di informazioni: una mano troppo contratta, troppo stretta, rigida, deprime questa capacità di “SENTIRE“, ed il nostro sistema non è in grado di analizzare in modo ottimale la situazione, sprecando così molta energia per stabilizzare (più del dovuto) il resto del corpo.

In queste situazioni infatti la MANO va considerata come un OCCHIO, che permette al corpo di capire cosa sta per succedere, di ANTICIPARE e scegliere il miglior assetto, gestendo in maniera veloce, precisa ed efficiente lo stato di contrazione muscolare necessario al controllo posturale

“L’EFFICIENZA NASCE ANCHE, DALLA CORRETTA ANALISI DELLE INFORMAZIONI INTERNE ED ESTERNE DEL NOSTRO CORPO”

VARIAZIONE

Variazione degli stimoli e degli angoli di lavoro.
La mano come ogni altro organo è innervata, vascolarizzata e avvolta in una trama di tessuti (appunto cute, muscoli, fascia), che si collegano profondamente con tutto l’arto superiore, e con tutto il corpo in maniera dinamica. Quando esprimiamo forza, questa viene trasmessa attraverso vettori che entrano nella mano passando appunto nei tessuti.

Variare gli angoli di lavoro, modificando la presa (es. supinando o pronando, enfatizzando le ultime dita rispetto alle prime o viceversa, o usando di più la zona palmare rispetto a quella digitale) è un aspetto determinante, infatti ci permette di:

  • Comprendere e determinare quale assetto/variante ci permetta di migliorare il gesto specifico (e quindi la prestazione)
  • Mantenere la capacità di veicolare al meglio i vettori di forza, seguendo diverse percorsi.
  • Fornire una modifica dello stimolo specifico, utile per mantenere una progressione più lineare dei miglioramenti, mantenendo vivo e reattivo il nostro Sistema Nervoso in un opera di continua analisi e modulazione delle nuove situazioni.

Per noi del team Focus Training Studio, lo studio e l allenamento legati alla mano sono un continuo campo di ricerca e sperimentazione che ci spinge a trovare nuove soluzioni e metodologie allenanti, con l’obiettivo costante di migliorare ogni singolo aspetto del movimento e della performance dei nostri allievi.

Dott. Massimo Coretti
Fisioterapista
Posturologo clinico
Movement trainer Specialist

Home Training | Tempo perso o opportunità?

Anche tu probabilmente ti trovi spaesato in questo strano periodo di “casalinghità ” forzata a causa del coronavirus.

Vorresti allenarti e mantenere le tue potenzialità ed il tuo fisico, ma in casa non sai come, quanto e soprattutto non sai cosa puoi ottenere?
STOP, fermiamoci un attimo , e riflettiamo insieme su cosa può darci un vero HomeTraining:
Anzitutto scomponiamo la parola:

  • HOME: un luogo, un ambiente , con spazi e strumenti completamente diversi da quelli a cui siamo abituati, niente sala, campo, piscina, niente rack, bilancieri, kettlebell…
    …ma è proprio questo il bello, la scienza del training ci dice che il miglior modo per ottenere un obiettivo fisico e prestazionale , è VARIARE:
    obbligare il corpo ad adattarsi a stimoli diversi e nuovi, a spazi, situazioni movimenti diversi.
    A gestire carichi diversi con prese nuove (leggi qui un approfondimento) Ed è qui che magicamente l ambiente casa si trasforma in un contenitore di idee e soluzioni allenanti!
  • TRAINING appunto: come ogni allenamento anche l home training è definito come “I’insieme dei stimoli che dò al mio sistema per ottenere degli adattamenti! “

Quindi potrebbe essere questo il momento giusto per concentrarsi su quei piccoli dettagli che non riusciamo mai a migliorare durante l’anno, in cui siamo stretti tra lavoro e allenamenti.
Per migliorare un distretto corporeo debole (es. rinforzare una spalla), migliorare la tecnica di affondo o di squat o migliorare le proprie capacità di respirazione e di controllo del corpo.

Fin qui sembra semplice, ma poi mi ritrovo in salone con una scopa, un elastico , una cassa d’acqua, senza idee chiare e con molti dubbi e magicamente cala anche la voglia di allenarsi!

C è una soluzione: ESSERE GUIDATI, affidatevi al vostro personal trainer, allenatore , o seguite le innumerevoli piattaforme online che in questo periodo duro, stanno offrendo il loro aiuto, gratuitamente, mostrando allenamenti adattati utili e sicuri!

Il nostro staff FOCUS TRAINING STUDIO (sezione performance) organizza ogni giorno sui nostri canali social, eventi aperti per aiutare tutti coloro che si trovano in questa situazione.

È in questi momenti che, attraverso la collaborazione e la condivisione, si può comprendere il senso profondo dell’ ALLENAMENTO: in ogni luogo, situazione, con ogni mezzo o anche senza nessuno strumento, ciò che conta è MIGLIORARSI SEMPRE!

Dott. Massimo Coretti
Fisioterapista
Posturologo clinico
Movement trainer Specialist

Come trasformare la quarantena in un trampolino di lancio

Questi giorni di paura e di stasi forzata mi offrono il pretesto per affrontare il tema della programmazione dell’azione e del valore dell’immaginazione nel processo motivazionale e di “decision making”.

Se da un lato è vero che la nostra è una specie progettata per l’evitamento di “guai” di breve periodo piuttosto che per la progettazione di successi di medio-lungo periodo, è altrettanto vero che questo processo può essere indotto e potenziato, se sappiamo come farlo.

La nostra intrinseca capacità di gerarchizzare le attività quotidiane porta ciascuno di noi a privilegiare (non analizzeremo qui i motivi) lo svolgimento delle attività pratiche e meccaniche, rispetto a quelle speculative e, soprattutto, rispetto a quelle immaginative.

La nostra coscienza, in altre parole, si occupa prevalentemente di gestire ciò che è in atto piuttosto che di immaginare ciò che è in potenza.

Ora, credo, è possibile sfruttare a nostro vantaggio questi giorni di stop e di diminuzione delle impellenze pratiche per dare luogo alla circostanza opposta, fornendoci la possibilità di spostare l’attenzione sulle facoltà prospettiche ed immaginative.

Questo, oltre ad essere un divertentissimo “gioco di evasione” si rivela uno strumento formidabile che ci rivela i nostri sogni ed i nostri desideri.

Impariamo dalle scienze cognitive che la motivazione  si innesca a partire da un bisogno e che il bisogno ha un sostrato emozionale (quando non riguarda i bisogni primari di soddisfacimento estemporaneo).

Questo vuol dire che la determinazione con la quale perseguiamo un obbiettivo è direttamente proporzionale all’intensità dell’emozione associata all’immagine del risultato.

Lo strumento più potente a nostra disposizione per scoprire e potenziare i nostri desideri è la visualizzazione.

Immagina ciò che desideri, può essere l’attività professionale che vuoi costruire, lo stato di forma fisica che sogni di ottenere, la sfera sociale che desideri alimentare o il viaggio che sogni di fare. Ora immergiti nell’immagine e riempila di colori, di luce e di suoni gradevoli, respira e lascia che prenda forma, anche a lungo se serve.

Visualizza (“visualizza”, bada bene, non “pensa”) la scena che ritrae il risultato, immagina cosa  proverai quando lo avrai ottenuto, il senso di soddisfazione, di stima per te stesso ed il riconoscimento sociale che otterrai, potenzia l’emozione ed impara a richiamarla alla mente ogni volta che vuoi, così che alimenti giornalmente la tua motivazione.

Ripeti la visualizzazione di giorno in giorno, più volte al giorno se vuoi ed osserva la tua immaginazione evolvere.

Ad un certo punto ti accorgerai con sorpresa che l’immagine dell’obbiettivo, densa di emozioni positive, inizierà ad indurre delle azioni pratiche, funzionali alla realizzazione dell’obbiettivo stesso!

Se avremo svolto correttamente e con divertimento l’esercizio nei giorni che ci separano dalla libertà, torneremo alla normalità molto meglio di prima, carichi di motivazione e chiari negli intenti, proiettati verso i nostri obbiettivi autentici.

Ricorda: il nostro cervello è una macchina raffinata, è progettato per regalarti emozioni positive come ricompensa ad ogni passo che compi verso un obbiettivo!

Provare per credere, alla prossima.

Raffaele Rossi

Coach professionista

Asgard coaching founder

Integratori e nutrizione | Come rinforzare il sistema immunitario

“Ma tutto quel che serve in una pillola non c’è…”.

No,  questa volta non è un filosofo del ‘600 a scrivere così, ma Cesare Cremonini.

Le sue parole mi sembrano perfette per chiarire il punto focale della questione: non c’è integrazione che possa compensare gli effetti di una cattiva alimentazione.

Le tegole del tetto non servono, se
non si ha una casa.

Ma questo non significa che non c’è nulla che possiamo aggiungere alle nostre abitudini, per potenziare le difese immunitarie.

 Un’alimentazione varia, con cibi freschi, biologici, del territorio, può fornire in teoria tutti i nutrienti.

Ma la teoria ha il brutto vizio di non corrispondere sempre alla pratica quotidiana e quindi, se si vogliono potenziare le proprie difese, si può pensare all’utilizzo di un buon integratore di vitamine e minerali, anche ricordando il fatto che a volte le infezioni, oltre ad essere l’effetto di una malnutrizione, ne sono anche causa, dal momento che possono sopprimere l’appetito fisiologico, diminuire l’assorbimento dei nutrienti e facilitarne la perdita.

In questo caso possiamo vedere l’assunzione di un integratore nutrizionale come una polizza di assicurazione contro un’eventuale carenza in micronutrienti: se non si ricorre a mega dosaggi non c’è rischio apprezzabile, ma se qualcosa nell’alimentazione quotidiana non è ottimale,  allora possiamo contare su uno scudo che ci aiuti a difenderci.

Per chi si allena intensamente, il rischio è sicuramente maggiore. È infatti dimostrato che gli atleti e gli sportivi in genere contraggono infezioni con frequenza spesso superiore rispetto agli individui sedentari o che si allenano blandamente.

Dopo una sessione prolungata e molto intensa infatti può verificarsi una momentanea depressione dell’attività del sistema immunitario, che lascerebbe aperta una finestra di opportunità per molti agenti infettivi e aumenterebbe di conseguenza il rischio di contrarre un’infezione.

Questi effetti sono mediati dall’azione del cortisolo e di alcune citochine ad azione infiammatoria.

Voglio ricordare qui alcuni nutrienti che possono essere impiegati per aiutare il nostro sistema immunitario.

(1) Carboidrati: la loro integrazione nella dieta porta a minori livelli di cortisolo in circolo, specialmente se si mantiene un livello ottimale di idratazione corporea.

(2) Acidi grassi polinsaturi: regolano in maniera diretta la funzione infiammatoria.

(3) Vitamina C e vitamina E: è nota la loro azione antiossidante e, soprattutto per la vitamina C, l’azione di controllo sui picchi di cortisolo. Ricordiamo che il cortisolo, oltre i livelli fisiologici, sopprime l’attività del sistema immunitario, aprendo la strada a possibili infezioni.

Prima di chiudere questo articolo, non posso non parlare dei Funghi Medicinali, la nuova frontiera dell’integrazione nutraceutica, che in realtà affonda le radici nel passato remoto (forse addirittura il ventottesimo secolo A.C.) della Medicina Tradizionale Cinese e Tibetana.

Questi funghi svolgono un’azione di modificazione della risposta biologica (BRM) grazie alla presenza di una classe di molecole chiamate Beta – Glucani, in grado di potenziare la risposta immunitaria, legandosi ai linfociti e attivandone, o meglio, mediandone le funzioni di difesa attraverso molteplici meccanismi biologici. Più alte sono la concentrazione e la variabilità di queste molecole segnale, maggiori sono lo spettro e l’efficacia di modulazione immunitaria.

I funghi medicinali maggiormente riconosciuti per la loro efficacia di rinforzo delle difese sono:

(1) Shitake

(2) Reishi

(3) Ganoderma

(4) Maitake

(5) Cordiceps;

Quest’ultimo è chiamato anche Fungo dell’Immortalità per le sue innumerevoli proprietà riconosciute da secoli ed oggi confermate da molti studi scientifici .

(ricordiamo, fra le altre, la capacità di modulare la produzione di cortisolo, di innalzare i livelli di DHEA e di testosterone, quella di aumentare i livelli di ATP fino al 30 % e  il flusso ematico nei vasi sanguigni, con aumento della resistenza fisica fino al 70 %  osservato in alcuni studi).

Ma, si badi bene, con i funghi medicinali non siamo nel campo del fai da te, e per poterli utilizzare al meglio, è opportuno chiedere il consiglio di un medico competente o di un nutrizionista.

La saggezza antica, frutto di secoli di sperimentazione e di processi di vera e propria selezione culturale, oggi viene in nostro aiuto. I funghi medicinali stanno vivendo un momento di notorietà e sono oggetto di ricerca incessante.

Questo mi porta ad un’altra citazione. Penso ad Antoni Gaudì, che un giorno disse che: “l’originalità è tornare alle origini”.

Parole le sue, mai così vere.

Andrea D’Alonzo.

Dott. Andrea D’Alonzo

Biologo Nutrizionista

Specializzato in nutrizione sportiva

Dieta e difese immunitarie | Cosa sapere per mantenere alta la guardia

“Io lascio fare alla Natura e presuppongo che si sia armata di denti e artigli per difendersi dagli assalti che le capitano”.

Michel De Montaigne

Le parole del filosofo vissuto nel 1600, sono come una luce che ha illuminato la strada agli scienziati della nutrizione, che oggi, 4 secoli dopo, non possono che confermarle.

Dagli anni ’70 ad oggi sono comparse più di 30 nuove malattie infettive; altre, considerate come sconfitte, sono ritornate con forza, e sono migrate verso i paesi sviluppati, favorite da fattori umani più presentii che mai, fattori che hanno la tendenza a svilupparsi su scala mondiale.

Bisogna considerare necessariamente un’alternativa che possa affiancare i  trattamenti anti–infettivi classici, perché oggi sappiamo che molte delle malattie emergenti sono dovute alla virulenza dall’agente infettivo, ma anche alla ricettività del terreno.

Come dire che un assedio ha molte
più possibilità di andare a buon fine se le difese della città sono al limite e
i suoi abitanti stremati.

Batteri e virus hanno la capacità di evolvere continuamente per mutazione genetica, e l’organismo deve sapersi adattare, attuando le risposte molecolari e cellulari del sistema immunitario.

Cosa sappiamo sulle relazioni fra la nostra alimentazione e le nostre funzioni immunitarie ? E l’integrazione nutrizionale può rafforzare le nostre difese ?

Iniziamo confermando che sicuramente le condizioni nutrizionali influenzano lo stato di competenza immunitaria, e che la sotto-nutrizione è una fonte di alterazione delle nostre difese. E, si badi bene, la malnutrizione non è solo un problema altrui, ma riguarda la carenza di molti nutrienti fondamentali che caratterizza anche i cittadini sovralimentati del ricco occidente. Calorie non vuol dire nutrienti.

È stato dimostrato che la carenza di selenio può rendere patogeni virus che si comportano come innocui ospiti in organismi ben nutriti. Questo perché una inefficace barriera antiossidante favorisce la mutazione dei virus verso forme più aggressive.

Darwin all’opera, ma in un modo che
non ci conviene affatto.

La ricerca scientifica ha individuato relazioni fra alcuni macro e micronutrienti e molte malattie infettive. Non senza fatica, dal momento che non è sempre stato facile capire i reali rapporti di causa ed effetto.

La malnutrizione favorisce le infezioni ?

O sono forse le infezioni a favorire uno stato di alterata nutrizione? O magari si tratta di un serpente che si morde la coda, in una serie di fenomeni in cui riconoscere coda e testa non è affatto semplice.

Qui si parla di quello che sappiamo.
La filosofia non è invitata.

D’altra parte si sa con certezza che la nutrizione corretta può fare la differenza in positivo prima, durante e dopo l’influenza, migliorando l’impatto, il decorso e i postumi delle sindromi infettive.

La chiave è evitare le carenze nutrizionali. Infatti un’adeguata nutrizione, soprattutto un apporto di proteine, minerali, vitamine e, in genere, energia, permette al sistema immunitario di esprimere il suo massimo potenziale. Ricordiamo che lo stato nutrizionale non migliora – così come non peggiora – in pochi giorni, ma è opportuno avere una base sana e costante di buona alimentazione, dal momento che sono le carenze croniche ad indebolire le funzioni corporee in genere.

I nutrienti probabilmente più importanti da fornire al nostro corpo sono le proteine, la cui carenza si riflette direttamente sul sistema immunitario, in maniera ancora più forte se anche l’apporto energetico in genere risulta insufficiente, come si verifica spesso nelle dieta a basso apporto di carboidrati (scarico di carboidrati, molte dieta di definizione, diete chetogeniche).

Le carenze nutrizionali possono indebolire le nostre riposte immunitarie specifiche (produzione di anticorpi) e aspecifiche (la capacità dei globuli bianchi di fagocitare agenti esterni), fino alla riduzione del tessuto linfoide.

Anche i micronutrienti – vitamine e minerali – giocano un ruolo chiave.

La malnutrizione proteico – energetica è infatti correlata con la carenza di micronutrienti.

Citiamo qui il ferro, lo zinco e il rame fra gli oligoelementi, mentre fra i minerali maggiori i più importanti sono sodio, potassio, magnesio e calcio.

Fra le vitamine meritano una menzione la vitamina C, le vitamine B6, B1 e B12, la vitamina A e la vitamina E.

Sempre ricordando che i micronutrienti non sono strumenti solisti, ma fanno parte di un’orchestra, e che nessuno di loro può permettersi di stonare.

In generale la carenza di anche un solo micronutriente può indebolire il nostro sistema energetico e immunitario. Questo apre un’altra questione fondamentale, che affronteremo in questo articolo nel quale spiego il resto:

discussione sugli integratori e sulla loro efficacia nel potenziare le difese immunitarie. (clicca qui sul testo per leggere)

Andrea D’Alonzo

Dott. Andrea D’Alonzo

Biologo nutrizionista

Specializzato in nutrizione sportiva

Addominali scolpiti || Cosa ti serve

Addominali scolpiti e relative foto sui social, l’emblema del benessere nella società dell’immagine. Vuoi addominali scolpiti? Va bene si può fare, ma ti prego di non farmi sentire più quello che ho sentito ieri da una allieva che ho preso in carico da pochissimo.

Leggi questo breve esempio per capire da quale base NON partire per scolpire il tuo addome.

  • Trainer: “ faremo un bel circuito con esercizi a catena cinetica lunga, metabolicamente attivanti. Dovete fare TOT ripetizioni in 20 minuti. Se finite in tempo facciamo un circuito mirato agli addominali.
  • Ragazza che vuole gli addominali scolpiti: “ scusa, ma posso iniziare dal circuito addominali?”
  • Trainer: “come mai? Hai qualche problema in particolare?
  • Ragazza che vuole gli addominali scolpiti: “no, è che voglio gli addominali scolpiti, quindi vorrei esser sicura di fare tutto il circuito addominali”

Ecco, questa è una idea vecchia, anzi vecchissima, che bisogna totalmente eliminare!

Fare addominali NON ti aiuterà ad avere la tartaruga

Il crunch è comunemente sopravalutato nella sua capacità di generare un addome definito.

O perlomeno non è la strategia principale per ottenere il risultato.

Ora, molti di voi penseranno che non sto dicendo nulla di nuovo. Che questa cosa è risaputa, e pensavo così anche io.

INVECE NON E’ COSI’

Ancora oggi una buona percentuale di persone con cui parlo pensa che facendo gli  “addominali” (nella accezione comune si intende fare crunch e simili) escano fuori i famosi addominali scolpiti.

Per avere al posto dell’addome quella scacchiera durissima che tanto agognavi è importante e prioritario solo questo, e te lo dico in parole semplici:

TOGLIERE GRASSO ADDOMINALE

Hai fatto caso ai bambini che giocano in spiaggia in estate? Hanno dai 5 ai 10 anni e alcuni di loro sembrano avere la famosa tartaruga. Eppure si suppone che a quell’età non si facciano 3 sessioni di crunch settimanali, no?

Molto semplice: sono magri, asciutti. Non hanno massa grassa addosso. Hanno una bassissima percentuale di liquido extracellulare. Una fortuna genetica? Discorso ampio…potremmo dire anche di SI, ma quanto è importante il comportamento alimentare familiare? Tanto.

Ma non divaghiamo… vuoi anche tu la scacchiera come il bambino di 5 anni ma non riesci a “spannare” questo addome?

Semplice:

                Dieta, allenamento e stile di vita.

Per ciò che riguarda la dieta non si scappa: fatti seguire rigorosamente da un nutrizionista sportivo, competente e abilitato. Non credere a chi ti dice di togliere i carboidrati. Non credere a chi ti dice che devi fare la chetogenica come panacea di tutti i mali. Non credere a nessuno, fatti seguire solo da un NUTRIZIONISTA SPORTIVO. E basta.

Invece per quel che riguarda l’allenamento devi prediligere esercizi metabolicamente attivanti. Meglio un circuito di allenamento funzionale (che comprende impegno muscolare da parte di tutte le tue catene cinetiche) piuttosto che una sessione di soli addominali.

O se vogliamo dirla in modo drammaticamente riduttivo meglio 50 burpees che 200 crunch. Giusto per far capire il concetto.

Con stile di vita mi riferisco alle variazione di produzione endogena dell’ormone dello stress: il cortisolo.

E’ un elemento importante se si parla di raggiungere obiettivi di definizione estrema, poiché, quando il nostro sistema mente/corpo è sotto stress, tende a stoccare fisiologicamente grasso in determinate riserve corporee.

Qui il tema è ampio: dire ad una persona stressata di non essere stressata è il modo migliore per farsi mandare a quel paese.

Tuttavia, con l’aiuto del tuo team Personal trainer/nutrizionista puoi farti guidare a modificare il tuo stile di vita. Si parla di gestione dei ritmi circadiani sonno-veglia, si parla di ottimizzare la frequenza di allenamento in modo da avere un risultato fisico senza aumentare eccessivamente il livello di stress per il tuo corpo, si parla di trovare dei metodi di gestione e sfogo della rabbia.

Se avete dubbi o domande da fare scrivetemi a info@focustraining.it, sarò lieto di aiutarvi a capire cosa fare nel vostro caso specifico.

Concludo con un consiglio generale e veloce:

 se vuoi gli addominali scolpiti non perdere tempo con 1001 modi di fare i crunch.   

Dott. Flavio Bulgarelli

Psicologo e personal trainer

Titolare di Focus Training Studio